Contaminazioni – 5a edizione Biennale dei Giovani Fotografi Italiani

Autore: filarete Pubblicato il:

CONTAMINAZIONI
“In her shoes” di Sara Cinelli
“A lit candle lit the following and other coincidences on existence” di Duccio Doretti
“Lunar Exploration” di Elisabetta Pallini
A cura di Bärbel Reinhard

La mostra sarà visitabile dal 17 settembre al 13 novembre 2016
dal martedì al sabato con orario 9-12,30 15,30-18,30
domenica con orario 10-12,30
Via delle Monache, 2 Bibbiena (AR)

In occasione della Biennale dei Giovani Fotografi Italiani 2016, la Fondazione Studio Marangoni ha il piacere di presentare la mostra collettiva di tre ex studenti diplomati nel proprio Corso Triennale di Fotografia. L’esposizione, a cura di Bärbel Reinhard, intende proporre tre distinti punti di vista sul tema della quinta edizione del Festival dal titolo CONTAMINAZIONI. La contaminazione viola le regole prestabilite con la sua forza rivoluzionaria carica di promesse, presagi, ambiguità.

Sara Cinelli, Duccio Doretti ed Elisabetta Pallini usano il mezzo fotografico per un’indagine personale sulla contaminazioni di identità con pattern sociali, di interferenze di avvenimenti storici con microstorie, di luoghi reali con strategie di uscita da essi. Contaminazioni, contagi, incroci e fusioni che mettono in contatto eventi e oggetti, che a priori non erano previsti come collegati.

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© Sara Cinelli

Nella serie In her shoes Sara Cinelli riflette su come viene formata la nostra identità, come viene contaminata la nostra biografia da molteplici fattori come il contesto familiare, sociale, mediatico o l’educazione. Nei suoi autoritratti mette in scena cinque diversi caratteri di ragazze venticinquenni, immedesimandosi in queste vite possibili, molto diverse dalla sua, appartenendo a mondi plausibili ma paralleli. Interpreta queste coetanee in panni diversi, dalla ragazza escort alla tossico dipendente. Cinque possibili risultati, cinque vite contaminate e – di conseguenza – sviluppate diversamente che in questa indagine visiva provengono da una sola matrice: lei stessa.

“Ogni cosa che ci accade, ogni scelta che facciamo nel quotidiano plasma noi stessi e cambia la nostra vita, anche se non ce ne accorgiamo. Il caso non esiste.”


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© Duccio Doretti

Duccio Doretti con il suo lavoro A lit candle lit the following and other coincidences on existence ci porta a riflettere su alcuni avvenimenti scientifici che hanno fatto la storia, il loro impatto sull’umanità, la percezione dell’uomo e il suo desiderio dell’infinito e dell’onnipotenza, collegato alle nostre micro-storie. Delle coincidenze, connessioni apparentemente senza logica, che si stanno contaminando. Il primo test nucleare fu la detonazione di Trinity nel New Mexico nel 1945. Con il lancio del Apollo 11 per la prima volta l’uomo arriva sulla luna nel 1969. Shoemaker-Levy 9 è la prima cometa che viene osservata nel 1993 durante la sua caduta su un altro pianeta: Giove. Tutti questi singoli episodi si svolgono nello stesso giorno dell’anno, il 16 luglio, che è la data di nascita dell’autore. Ispirato dalla novella Slaughterhouse five di Kurt Vonnegut, riflette sul ruolo della ripetizione, usando la contaminazione anche in forma di pluralità linguistica, assemblando fotografie sue con quelle d’archivio e con immagini provenienti da internet in declinazione e crossover visivi.

“Io ripeto una data. Come inizio e come fine o viceversa. Non è importante. Vorrei comprendere o almeno percepire il senso. Le connessioni illogiche che portano un aviatore ad aprire il portellone.”


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© Elisabetta Pallini

Lunar Exploration di Elisabetta Pallini invece è un’esplorazione sul rapporto tra realtà e immaginario in spazi nati come diversivo ludico, come i luna park o i parchi tematici, dove la vita quotidiana si dissolve con il fiabesco e la fantasia, dove il confine tra reale e finzione diventa labile, quasi inesistente. Gioca con l’ambiguità tra realtà e fantasia, le loro contraddizioni e sovrapposizioni. Il mondo qui è contaminato dalla finzione, dall’illusione che è, a secondo del punto di vista della fotografa, tangibile, ma allo stesso tempo onirica ed effimera. Ci porta in un immaginario non tanto appartenente alla fantasia d’infanzia quanto a strategie di fuga o a voluti estraniamenti dal mondo adulto ben noto a tutti noi, pezzi di puzzle smarriti, estrapolati, che al loro volta vengono ricontaminati dalla realtà.

“Come è possibile visitare ciò che ‘non esiste’, perché solo rappresentazione di una fantasia e di un immaginario?”