Matèria ospita nella sua nuova sede la personale di Fabio Barile
Matèria prosegue la programmazione espositiva nella sua nuova sede in via dei Latini 27 a Roma con Works for a Cosmic Feeling, mostra personale di Fabio Barile (Barletta, 1980), a cura di Alessandro Dandini de Sylva (Roma, 1981).
La ricerca di Fabio Barile è un universo in espansione. Un cosmo di immagini che tenta di afferrare con la fotografia, per definizione parziale e frammentaria, il flusso assoluto e totale dell’evoluzione
Works for a Cosmic Feeling è una raccolta di opere fotografiche che nel loro insieme agiscono come un viaggio immersivo nell’interconnettività. Le 229 immagini in mostra, realizzate a partire dal 2018 e ispirate al sentimento oceanico descritto dallo scrittore francese Romain Rolland in una lettera a Sigmund Freud del 1927, esplorano molteplici traiettorie nella ricerca dell’artista, assumendo le caratteristiche di un sistema organico complesso e in divenire.
All’interno della scala di grigi del multiverso fotografico di Barile, una fotografia che mostra la schiena di sua moglie diventa un frammento di tempo profondo contenente corpi celesti. Un’immagine sfocata trasforma il modello di una molecola di idruro di elio in una misteriosa rappresentazione di un buco nero. Rami e foglie si organizzano in un’intricata foresta, superfici bidimensionali irrompono nella terza dimensione e articolati esperimenti in studio imitano architetture realizzate da animali o eventi geologici come la compressione tettonica e il campo magnetico terrestre. Usando la fotografia come strumento stratigrafico, l’artista tenta di comprendere, connettere e raffigurare la realtà, cogliendo l’interazione tra elementi e tempi apparentemente distanti.
L’incoerenza e l’imperfezione sono le forze motrici dell’intero lavoro e animano anche il progetto espositivo, pensato dal curatore e disegnato da Etaoin Shrdlu Studio. Cinque proiettori scandiscono il tempo della mostra, generando un flusso asincrono e dinamico di immagini. Il susseguirsi dilatato delle innumerevoli combinazioni visive immerge lo spettatore in un presente continuamente irrisolto. D’altronde, nessuno osservando un paesaggio in campagna può farsi un’idea dell’evoluzione in atto, proprio come nessuno, guardando il cielo pieno di stelle, può farsi un’idea delle dimensioni dell’intera galassia. Il solo a contenere simultaneamente l’intero corpus di immagini è il foglio di sala, mappa e costellazione di tutti i possibili scenari espositivi.