Dal 9 al 26 gennaio 2025 Rifugio Digitale presenta la mostra Avevo Due Paure dei fotografi Paolo Cagnacci e Matteo Cesari con video di Theo Putzu a cura di Paolo Cagnacci e Irene Alison. La mostra è stata organizzata in collaborazione con Forma Edizioni e l’Associazione Infoto Firenze e con il contributo di Fondazione CR Firenze. I video sono stati realizzati grazie al supporto di Banca Ifigest e Unicoop Firenze.

La Resistenza partigiana fu un insieme di movimenti politici e militari, un’opera di guerriglia, una lotta clandestina in cui rischiarono, e spesso persero, la vita donne e uomini provenienti da diverse fazioni ideologiche, da differenti ceti sociali, uniti dalla comune causa di liberare l’ Italia dall’occupazione nazifascista.
Cosa resta oggi di questo capitolo fondante dell’identità italiana, al di là di qualche pagina nei libri di scuola e dei ricordi dei pochi testimoni di quei giorni febbrili ancora in vita? Alla vigilia dell’ottantesimo Anniversario della Liberazione, con Avevo Due Paure i fotografi Paolo Cagnacci e Matteo Cesari – già autori
di Unaezeroquattro, indagine visiva sulla strage dei Georgofili – con il regista Theo Putzu, se lo sono chiesti, tornando con il loro obiettivo a dare presenza al passato. Perché la Storia non è solo quella scritta nei libri. La Storia sta dentro le pietre, nella terra, negli occhi di chi resta. Della Storia sono imbevute le radici degli alberi, della Storia siamo fatti noi. E la Storia ci parla, se tendiamo l’orecchio ad ascoltarla. Avevo Due Paure – mostra a cura di Paolo Cagnacci e Irene Alison esposta presso la galleria Rifugio Digitale – non è solo un itinerario nella memoria, è una questione dischiusa sul nostro presente: un viaggio nello spazio e nel tempo per dare corpo e immanenza al passato, per preservare quel che rimane, per coltivare un’eredità ancora fertile.

STRAORDINARIO NELL’ORDINARIO è il progetto fotografico che Martina Oliva ha realizzato durante il corso di Fotografia di Ritratto con il docente Paolo Cagnacci.

Oggi tutto si è ridotto a uno sguardo veloce. Il nostro livello di attenzione è calato drasticamente. La vita è diventata frenetica, corre senza sosta.

Ciò che ci circonda sembra aver perso importanza: i rapporti personali, la gentilezza, la bellezza naturale. Non osserviamo più, non immaginiamo, non andiamo oltre. Ci fermiamo al primo ostacolo o ci accontentiamo della realtà che ci viene offerta quotidianamente.

Non approfondiamo, non esploriamo. Siamo diventati pigri. Anche le emozioni sembrano essere sbiadite, quasi annullate. Ci limitiamo.

Tutto si è omologato. Abbiamo perso il contatto con l’umano, con il sensibile, e ci siamo immersi in una realtà distaccata, fredda, egoista e superficiale. Ci siamo smarriti. Quasi completamente.

Questo progetto nasce per riscoprire il reale, l’ambiente, le persone, i dettagli. È un viaggio che parte dal quotidiano, dagli aspetti più comuni e semplici. Un invito a ritrovare lo straordinario in un oggetto, in una persona, in un sentimento, in un luogo.

È un percorso di riscoperta di sé, un ritorno alle origini. Riconnettersi con il mondo partendo da zero, attraverso l’ordinario che, a uno sguardo più attento, si rivela straordinario.

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