Le novità tecnologiche spingono gli artisti ad archiviare le pratiche esistenti oppure i nuovi linguaggi si intrecciano con i vocabolari del passato? Le transizioni, nel mondo dell’arte, sono evoluzioni, rivoluzioni o eterni ritorni? E qual è lo “stato dell’arte” fotografica, tra ciò che è destinato a restare e quel che scomparirà tra i fuochi fatui della fascinazione tecnologica?
Ne parleremo con Giacomo Costa e Francesco D’Isa, artisti multimediali, critici e docenti, che non la pensano esattamente alla stessa maniera…
Venerdì 3 maggio alle 18, nei locali di Fondazione Studio Marangoni, in Via San Zanobi 19r, a Firenze. Modera Dario Orlandi.
Giacomo Costa è un artista noto per la sua ricerca artistica sulla città e per l’uso delle tecnologie digitali nelle sue opere fotografiche. Nel 1996 esordisce con la serie degli Agglomerati, semplici montaggi di immagini ottenute con Photoshop, ma è a partire dal 1999 che abbandona la fotografia tradizionale, seppur elaborata, per dedicarsi esclusivamente all’uso delle tecnologie 3D. Con questi nuovi strumenti, gli stessi usati per gli effetti speciali del cinema, crea immagini e scenari fotorealistici ma inesistenti, ponendo la sua ricerca a metà tra la pittura e la fotografia.
Francesco D’Isa, di formazione filosofo e artista digitale, ha esposto internazionalmente in gallerie e centri d’arte contemporanea. Dopo l’esordio con la graphic novel l. (Nottetempo, 2011), ha pubblicato saggi e romanzi per Hoepli, effequ, Tunué e Newton Compton.
Direttore editoriale della rivista culturale L’Indiscreto, scrive e disegna per varie riviste, italiane ed estere.
Per seguire la conferenza online vai a questo link:
https://us06web.zoom.us/j/7308276138?pwd=SldOaU1xOWhBV1E5NytRc3RwU1lPdz09