Paola Ressa

Paola Ressa

Nata a Taranto, dopo la laurea in tecnica del cinema, al DAMS, a Firenze, ha intrapreso gli studi fotografici presso la Fondazione Studio Marangoni diplomandosi alla triennale nel 2014.

Attualmente lavora come fotografa freelance a Prato, dove collabora con numerose realtà commerciali e non.

È stata membro dell’associazione culturale “Sedici” nata a Prato nel 2016, gruppo indipendente di fotografi e studiosi delle arti visive, che produce e promuove eventi di fotografia contemporanea. Tra i vari Slideluck Prato e il festival ULTRA grazie al quale ha prodotto mostre di autori quali Robin Hammond, Martin Parr e molti altri.

Nel 2020 è stata scelta dal collettivo Covisioni, insieme ad altri fotografi, per raccontare i cambiamenti delle relazioni umane durante il Covid-19.

Le sue foto sono state pubblicate su alcune riviste, Changes Magazine di Gruppo Unipol Banca, Pellicola Magazine, Gambero Rosso, Artribune, Osso Magazine, Frizzi Frizzi e altri. Ha esperienza nelle varie fasi del processo creativo, dalla concezione del progetto, ricerca dei materiali, alla sua progettazione e realizzazione.
È per questo che nell’agosto 2022 ha fondato insieme a Martina Melchionno, Toast Studio, lo studio di fotografia con sede a Prato, che si occupa di Rittatti Still life, Interior, Corporate.

I progetti di Paola Ressa

"Ruah"

ruah, s.f. [dall’ebraico רוח] “soffio”, “aria”, “vento”, “spirito”, “respiro”.

Qualcosa che si muove e che a sua volta ha la forza di mettere in movimento: una forza imprevedibile, la cui presenza e azione dà origine alla vita.
Originariamente in ebraico indicava l’aria, l’atmosfera ed il grande spazio tra la terra e il cielo, nonché quella realtà da cui la vita dell’uomo dipende e che non è in grado di governare.
La forza incontrollabile di ruah è la stessa del vento di nord-ovest, che soffiando sulla città di Taranto la invade di polveri sottili provenienti dall’Ilva, e costringe il quartiere Tamburi, adiacente all’industria, a limitare le attività all’aperto.

Questo accade perché in alcune giornate il livello di PM10 e di relativi inquinanti cancerogeni nell’aria supera il limite per la protezione della salute dell’uomo; per cui la Regione Puglia proclama le giornate di “Wind Days”, durante le quali per ridurre lo smog, vengono chiusi alle automobili gli ingressi al quartiere e limitate le normali attività quotidiane, come il semplice uscire di casa, consigliando ai cittadini di chiudere porte e finestre senza poter arieggiare gli spazi chiusi tra le 12.00 e le 18.00.

L’obiettivo, in questi casi, è quello di ridurre le morti dovute alla maggiore esposizione alle polveri sottili provocate dal soffio del vento sui parchi minerali dell’industria verso la città.

Uno spirito che si presenta con due facce, quella negativa di cui l’uomo non è padrone e non può quindi controllare, e quella positiva che si manifesta, in alcuni di loro, nell’attesa del maestrale per praticare lo sport del kite e windsurf.

Un lembo di costa lungo viale del Tramonto, a San Vito, che si carica di meraviglia e di un senso di rivalsa verso ciò che hanno di più prezioso: il mare

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