Marzia Migliora

Marzia Migliora

Marzia Migliora è un’artista che utilizza un’ampia gamma di linguaggi, tra cui fotografia, video, suono, performance, installazione e disegno, per creare opere che elevano le più semplici attività umane a momenti in grado di raccontare stralci di storia collettiva. Le tematiche ricorrenti nel suo lavoro sono la memoria come strumento di articolazione del presente e l’analisi dell’occupazione lavorativa come affermazione di partecipazione alla sfera sociale. In trent’anni di lavoro, l’artista ha inoltre raccontato le dinamiche umane che hanno condotto ai paradossi capitalisti della produzione industriale come fenomeno estrattivo e divisivo delle comunità. Nel suo lavoro ha sempre cercato di contribuire alla riorganizzazione di un immaginario più comunitario, guardando alle minoranze e alle loro istanze, e rovesciando le incongruenze sociali e politiche attraverso molteplici dispositivi visivi che vedono come fondamentale la partecipazione attiva dello spettatore. Negli anni più recenti le sue opere hanno accolto una prospettiva multispecie, inclusiva di prospettive animali e vegetali che contribuiscono a nuove e necessarie visioni in tempi di crisi climatica globale.

I progetti di Marzia Migliora

"Lo Spettro di Malthus"

Marzia Migliora, Lo spettro di Malthus, 2020. Video installazione di realtà virtuale, suono ASMR, colore, animazione, 4’30’’, dispositivo Oculus, sale, sgabello, vasca, ø 250 cm.
Foto di Renato Ghiazza. Courtesy: dell’artista; Museo MA*GA.
Frame video:
Marzia Migliora, Lo spettro di Malthus, 2020. Frame video, video in realtà virtuale, suono ASMR, colore, animazione, 4’30’’. Courtesy: dell’artista; Museo MA*GA.

"H2O - O2"

Marzia Migliora, H2O – O2: Cinque diorama, collage e disegno tridimensionale su cinque basi rotanti di legno, tre basi  Ø 53 cm, due basi Ø 35 cm; piedistallo di acciaio cromato 370 x 130 x 205 cm. Veduta dell’installazione Galleria Lia Rumma, Napoli.
Foto: Danilo Donzelli

"Il Rituale del Serpente"

Marzia Migliora, Il Rituale del Serpente, 2023. Con Giovanni Bonotto (A Collection). Collezione permanente MAO, Museo d’Arte Orientale, Torino
Cinque arazzi, tessitura su telaio meccanico, carta washi, plastica riciclata, lana moretta, velo di cellulosa; #5, 1400 x 140; 1#, #4, 570 x 140; #2, 3#, 200 x 140, dimensioni ambientali. Veduta dell’installazione MAO, Museo d’Arte Orientale, Torino. Foto di Mariano Dallago, Emilia De Leonardis. Courtesy: dell’artista; MAO, Museo d’Arte Orientale, Torino

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